giovedì 2 gennaio 2014

riflessione per il nuovo anno 2

È arrivato il momento della verità. L’Italia è alla presa con una crisi vasta e devastante. La situazione è troppo grave per non essere presa sul serio. Le famiglie sono allo stremo. I giovani guardano al futuro con crescente preoccupazione, l’inflazione, mai così alta negli ultimi anni, erode stipendi e potere d’acquisto di chi fa fatica a mettere anche il cibo sulla tavola. Chi è chiamato a guidare il Paese si trova davanti ad un bivio. C’è un disperato bisogno di una svolta. Occorre un lavoro per i giovani, perché non si sentano precari cronici; la riforma fiscale per la famiglia; la cittadinanza ai lavoratori stranieri e alle loro famiglie. Ma è da chiedersi se davvero si vuole attuare questa svolta. Pare che si continua piuttosto come si ha affrontato la crisi in questi anni. Eloquente è la descrizione del modo in cui si procede che fa Matt King del Citigroup: “L’atteggiamento dei mercati della zona euro è cose se avessi tradito mia moglie e poi sono tornato a lei con un mazzo di fiori, assicurando che l’amavo davvero, e poi ho sbagliato di nuovo e sono tornato con un mazzo più grande, e poi più volte ancora con dei mazzi di fiori ogni volta più abbondanti; il problema è che arriva un momento in cui il mazzo di fiori non è più sufficiente per ripristinare la fiducia… almeno con mia moglie”. Con gli strumenti di sempre si tenta di tamponare la situazione. E in tutto questo si guarda più alle banche, più causa che liberatori di questa “guerra economica”, che alle persone reali. La salvezza delle banche non deve essere necessariamente la salvezza della società. L’evangelo ci chiama ad un impegno per una vita dignitosa per tutte le persone, e questo impegno chiede adesso delle scelte coraggiose. Soprattutto in tre campi: quello dell’economia, dell’immigrazione e dell’ecologia. Un’economia giusta, cioè equo-solidale, un’accoglienza dell’immigrato nel rispetto delle persone, un modo di vivere che non abusa più della terra. In tutti questi tre campi invece regna il fantasma della paura. Paura degli immigrati, paura del crimine, paura di uno Stato invadente, paura di una catastrofe ecologica. La paura non è un buon cosigliere, ci tiene in gabbia, fa si che vediamo le catene che ci tengono fermi come ancore di salvezza. L’evangelo, l’annuncio della libertà, è un messaggio attuale come mai. In Cristo è possibile vivere come queste strutture non avessero più potere su di noi. Siamo chiamati a vivere come esseri liberi, non come esseri paurosi, che vogliono salvare l’esistente senza essere aperti per il futuro.

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