“L’ha detto la televisione”, “l’ho
trovato su internet”: verità e falsificazione nel mondo impossibile -
rapporto tra verità e media. Quando Abramo si trovò al cospetto di Dio,
che gli comandava il sacrificio del figlio Isacco, era da solo. E quando lasciò
i servi ai piedi della montagna, non fece parola con nessuno di quel che Dio
gli aveva comandato. Questo perché, secondo il filosofo Jacques Derrida, Dio
era stato chiaro nel comandargli il silenzio. “Soprattutto niente giornalisti!”,
gli avrebbe detto. Si tratta naturalmente di un paradosso, divertente e insieme
acuto: un pretesto per attirare l’analisi sull’uso dei media nel campo aperto
della riflessione filosofica e rileggere la prima con gli strumenti della
seconda, addentrandosi nel mai esaurito rapporto tra la realtà e la sua
rappresentazione mediatica. “E’ necessario che la prova che ci tiene uniti non
diventi una notizia. È necessario che
questo evento non diventi una notizia, né buona né cattiva”. Secondo il
filosofo francese il motivo è semplice: tutto ciò che viene detto di un fatto
non è più il fatto stesso e, dunque, in qualche misura lo tradisce. Difficile
negarlo. In un cerro senso proprio questa presa diretta sulla realtà è ancora
più falsante perché il filtro fra noi e lei sembra assottigliarsi fino a
scomparire e invece è sempre lì e noi rischiamo di dimenticarcene. la protesta
contro la tecnica è uno dei significati principali di questa tecnica che
chiamiamo televisione e che sostiene di restituirci la cosa in sé , diversamente da tutti
gli altri media che lo fanno in differita. Insomma, quello tra media e verità è
sempre un rapporto a rischio, il quale sta innanzitutto nell’ambiguità tra ciò
che viene detto o mostrato e la sua aderenza alla realtà. Ambiguità che non
solo i media ma gli stessi fruitori alimentano, assegnando a giornali e tv un
potere assoluto sulla verità. Un maggior spirito critico dei secondi e un più
costante esercizio di responsabilità nei
primi, possono contribuire a rendere un miglior servizio alla verità, e perciò
a noi stessi che, ben lontani dall’imperativo derridiano, abbiamo bisogno
continuamente di notizie, di qualcuno che ci descriva fatti, che ci riporti
opinioni. E, ben sapendo che tutte queste informazioni non costituiscono mai la
verità, vogliamo però che le si avvicinino il più possibile. La ricerca della
verità passa sempre attraverso una capillare e precisa informazione (cfr Lc
1,1-4).
Nessun commento:
Posta un commento